Tutti nella rete e..non solo, un progetto premiato dal Ministero

“Tutti nella rete”, progetto di formazione ai nuovi media per docenti, genitori e studenti, presentato dall’Age di Senigallia con l’I.C. Marchetti al Ministero della Pubblica Istruzione durante la primavera scorsa, è stato scelto e premiato con 5.000 euro.

Nell’ambito della collaborazione tra scuola e famiglia e finalizzato ad incrementare la cultura della corresponsabilità educativa, tale percorso formativo, risultato di una progettazione congiunta tra scuola ed associazione dei genitori, si è proposto di sensibilizzare, informare/formare tutti i soggetti della scuola sui temi del disagio e dei molteplici e complessi fenomeni a questo connessi. Il percorso, evidenziando la necessità di soffermarsi con competenza ed attenzione sui nuovi fenomeni della rete, dei media, della televisione, dei videogiochi, dei telefonini, ha cercato di creare consapevolezza, conoscenza e capacità di sviluppare un approccio critico nei ragazzi come negli adulti, affinché si rifugga dalla facile ed improduttiva tentazione di demonizzare la tecnologia.

Tre gli esperti che hanno affrontato l’argomento dal punto di vista dei genitori (lo psicoterapeuta dott. Moreno Marcucci), degli studenti (la psicologa dott.ssa Michela Boscaro) e dei docenti (la prof.ssa Patrizia Confalonieri). Ricordiamo i titoli dei seminari per i genitori: “Adolescenza e famiglia: dalla dipendenza affettiva alla costruzione di sé”. “Prigionieri dei media: internet, SMS, TV ed altre tentazioni”. “I ‘tecnodipendenti’. Difficoltà di relazione e perdita di contatto con la realtà. Strategie di intervento”. E per i docenti. “Perché educare ad un uso critico dei media? Stop alle ostilità! Non demonizziamo i media ma educhiamo ai media”. ”Stereotipi, finzione e realtà virtuale nei media”. “Violenza nei media e cyber bullismo”. I ragazzi, invece, hanno lavorato in gruppi ed hanno assistito alla coinvolgente ‘lezione’ finale del Dirigente della Polizia Postale dott. Maurizio Pierlorenzo.

 

La qualità nella scuola tagliata

Con l’avvio del nuovo anno scolastico, i tagli annunciati dalla riforma Gelmini sono diventati ormai una realtà.

Per quanto riguarda le scuole di primo grado anche Senigallia ha avuto un gran da fare per quadrare i numeri degli organici, salvando, con soluzioni anche complesse, plessi e classi di centro e di periferia. E non si placheranno nel frattempo le lotte soprattutto del precariato che si è visto negare ancora una volta la possibilità di una stabilizzazione. La cosa tuttavia di cui siamo maggiormente preoccupati come genitori è la qualità di una scuola che ci dicono sarà in caduta libera. Certo è da apprezzare lo sforzo del Comune come quello della scuola che assicurano (quasi) i medesimi servizi dell’anno scorso riservando fondi e chiedendo alle famiglie ulteriori contributi economici affinchè questa qualità venga lo stesso assicurata. Ma il contraccolpo determinato dalla scomparsa del modulo con l’affermazione del maestro unico avrà una ricaduta certa sulla qualità dell’insegnamento.


Che fare? Qui il pensiero va quasi naturalmente all’idea che la famiglia ha della scuola, ossia di un luogo dove viene erogato un servizio educativo che essa utilizza per un numero di ore sufficienti a coprire il proprio tempo lavoro. Questa idea ormai sembra non reggere più, perché il tipo di legame che la famiglia dovrà stabilire con la scuola deve avere il sapore di una partnership sempre più importante. Genitori che si offrono per assistere i bambini nel tempo mensa, genitori che aiutano le maestre durante le gite d’istruzione, genitori che (come è già accaduto) si fanno promotori/organizzatori di iniziative educative sono casi in cui le famiglie potrebbero contribuire a sostenere una qualità che con il nuovo modello potrebbe essere mortificata. Ma non è solo questo. Fra una settimana la scuola inizia e i media, come tutti gli anni, si interesseranno a quanto le famiglie hanno speso per i libri di scuola. La lamentazione da parte delle famiglie non mancherà perché ancora oggi per la prima superiore toccherà pagare almeno 300 euro.


La nostra proposta sul comodato d’uso dei libri scolastici (legge 133 del 2008), presentata alle Istituzioni esattamente un anno fa, è stata completamente ignorata, a causa, ci è stato riferito, delle problematiche legate all’avvio della Riforma. Concludiamo con un appello. La qualità della scuola non può più essere una prerogativa esclusiva delle Istituzioni perché riteniamo che le famiglie nell’interesse esclusivo dei propri bambini, e nella generale scarsità di risorse, abbiano il diritto e il dovere di contribuire a risollevare il morale di una scuola palesemente avvilita.